L’ARCHITETTURA “SENSIBILE” DI GUENDALINA SALIMEI

Pubblicato in data: 28/08/2018

Finalmente è disponibile il video dell’ultimo degli appuntamenti al Workspace, la conferenza dell’arch. Guendalina Salimei, dal suggestivo titolo “Confini sensibili”, tenutasi il giorno 28 Giugno.
Da Napoli ad Hanoi, da Jedda a Foligno, Salimei – nota ai più per il progetto di riqualificazione del cosiddetto “piano libero” del Corviale a Roma – ha condotto i partecipanti in un avvincente e frizzante giro del mondo con l’architettura.

Il tema dei confini sensibili include i temi del recupero e della riqualificazione con un approccio multidisciplinare. Per Salimei centrale è fornire un contributo teorico e progettuale al tema del “vivere e dell’abitare i luoghi in maniera sostenibile” considerandoli come sistemi complessi di relazioni e funzioni. Per Salimei l’interazione con altre discipline è cruciale in un’ottica di scambio aperto di opinioni e di una feconda contaminazione di visioni. La parola “sostenibile” è utilizzata senza retorica, ma con la profonda consapevolezza che il confine tra ecosistemi diversi, naturali e artificiali, è luogo di dialogo e permeabilità. Le linee d’acqua e di verde vegetale diventano segni che collegano. Così come il progetto della trasformazione dell’esistente diventa colloquio compositivo con/tra culture, forme e materiali, a rendere nuovo ed efficiente il contesto da ricreare o risanare.

Nei progetti di Salimei dove c’è il mare, dove ci sono isole, dove c’è la sabbia del deserto, dove c’è una chiesa in sasso o un viale da recuperare, l’indagine si concentra su quanto l’esistente esprime, senza snaturarlo o peggio ancora ignorarlo, ma diventando l’esistente stesso protagonista di studio e di dialogo con le nuove necessità. Colori e forme, usi e costumi, necessità e desideri esistenti si intrecciano e generano qualcosa di nuovo.
A questo proposito ci sembra esemplare la riqualificazione della ex-chiesa della Santissima Trinità in Annunziata a Foligno, in provincia di Perugia, di cui Salimei è stata direttore dei lavori. Questo gioiello della cultura neoclassica, tra Vanvitelli e Piermarini dovuta al grande architetto Carlo Murena, completamente restaurata dopo i danni del terremoto del 1997, ora custodisce nella navata centrale “Calamita Cosmica”, capolavoro dell’artista perugino Gino De Dominicis. Una ex-chiesa e un’opera monumentale diventano fruibili al pubblico dialogando in modo assolutamente originale, ma altrettanto efficace e gradito ai residenti, una vera sorprendente scoperta per i visitatori.

 

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